DAY 6 – Sorprendi – #StandUpWeek

Dal Vangelo secondo Matteo (28,1-10)

Dopo il sabato, all’alba del primo giorno della settimana, Maria di Màgdala e l’altra Maria andarono a visitare la tomba.
Ed ecco, vi fu un gran terremoto. Un angelo del Signore, infatti, sceso dal cielo, si avvicinò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. Il suo aspetto era come folgore e il suo vestito bianco come neve. Per lo spavento che ebbero di lui, le guardie furono scosse e rimasero come morte.
L’angelo disse alle donne: «Voi non abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui. È risorto, infatti, come aveva detto;venite, guardate il luogo dove era stato deposto. Presto, andate a dire ai suoi discepoli: “È risorto dai morti, ed ecco, vi precede in Galilea;là lo vedrete”. Ecco, io ve l’ho detto».
Abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli.
Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: «Salute a voi!». Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: «Non temete;andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno».

Carissimi giovani, mi chiamo Rosita, una mamma di Montesano Scalo.

Vorrei iniziare dalla domanda: quando ho incontrato Gesù? Se fossi stata una ragazzina avrei detto quando ho fatto la prima comunione: ricordo oggi come allora il palpitare del mio cuore e le emozioni che provavo mentre mi avvicinavo a Gesù. Oggi, invece, vi direi che ho incontrato Gesù nel giorno in cui è nata la mia stellina. Si! Proprio quel giorno, perché la vita è un miracolo e lo tocchi con mano, lo vedi con i tuoi occhi. Io ho ricevuto questo miracolo il 31 marzo 2003, Rosemary. Da quel momento è stato un susseguirsi di emozioni; mia figlia è stata già da piccola una bambina prodigio, ha iniziato tutto presto, a dire le prime paroline, a camminare e a frequentare l’asilo.

Eppure un brutto giorno, il 5 febbraio 2009, a causa di un terribile mal di testa scoprimmo che gli si stava rompendo una vena in testa: è lì che è iniziato il suo calvario, lungo 11 anni, fatto di dolore, sofferenze e difficoltà, affrontate sempre con forza e sorriso (perché il sorriso – come diceva sempre – è un’arma vincente), senza mai lasciare la Parrocchia, i canti e le amicizie. Per descrivere mia figlia uso le parole di una canzone che circolava un po’ di anni fa “Dammi tre parole: sole, cuore e amore…” e io aggiungo sogni: queste quattro le sono le caratteristiche di Rosemary. Nel romanzo che stava scrivendo, dice: “Amo il sole perché riscalda un nuovo giorno e fa sbocciare una rosa profumata, ti dà la forza di alzarti quando ti senti giù. Ti alzi con un cuore che batte e dona amore, arricchendosi di sogni”.

Quei sogni interrotti il 20 dicembre 2019, quando, a causa di un sanguinamento, Rosemary è andata in coma. È ricominciato il suo e il mio calvario, fatto di dolore, palpitazioni, ansie e pianti. Dopo aver superato interventi chirurgici pericolosissimi e aver sperato fino alla fine, iniziavo a vedere uno spiraglio di luce e mi dicevo: la mia Rosemary anche questo supererà! Ma ecco, il 26 febbraio 2020, la chiamata che mi strappa il cuore dal petto (è proprio così che ho avvertito il dolore): Rosemary non c’è più è un ANGELO. Pensi di non potercela fare, pensi che non riuscirai ad andare avanti senza lei, la mia vita. Perché Rosemary è vita, è il mio ossigeno, la mia forza ed io vivrò per lei e realizzerò i suoi sogni.

In questa settimana santa, settimana di passione e sofferenza che lo stesso Gesù visse, vi chiedo di passare oltre le superficialità e di concretizzare i rapporti con i vostri genitori, con gli amici, con ogni persona e se avete un amico che vi chiede affetto più di un altro, rendetevi disponibili, non sapete quanto bene gli potete fare, aiutatelo con un sorriso e un abbraccio a superare le sue paure. Io quel dolore lo conosco bene, quante volte la mia Rosemary mi diceva: “Mamma vorrei ballare, scherzare con i miei amici, ma certe cose non le posso fare ora… del resto i miei amici che ne sanno del dolore, non mi possono capire, io sono felice lo stesso. Basta che sto in oratorio con loro a fare selfie, sorrisi, discorsi… mi va bene così”. Lì si sentiva libera di gioire e di abbracciare i suoi amici che amava tanto.

Concludo augurandovi di voler sempre bene e di amare tutti proprio come faceva Rosemary. Solo credendo in Gesù io so che mia figlia è felice al suo fianco.

Auguri di buona Pasqua!

Rosita & Rosemary